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DANZA DI LETTERE

Mi immagino un romanzo, nato nel tempo in cui scrivere una parola era un movimento impossibile nel silenzio: una lunga danza di lettere, proiettate nell’enfasi creativa da leve meccaniche: prima nell’aria, poi sulla carta. Parole che nascevano stampate: così definitive e incancellabili.

Il passato trova il suo fascino nell’armonia dei gesti, ma anche nell’ingombro degli oggetti, nella inevitabilità dei suoni.

Vecchia e fascinosa Olivetti, bisognava solo rimettere in movimento i tuoi polverosi martelletti.


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